Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

lunedì 10 settembre 2012

Il mistero dei fondi post-mortem delle discariche del signor Cerroni

Nei bilanci della discarica di Albano Cerroni non ha mai accantonato i fondi per la gestione post-mortem

In un Paese normale, le istituzioni dovrebbero lavorare per far rispettare le regole e le leggi, soprattutto quelle in difesa della salute dei cittadini e dell’ambiente.

Di fronte al signor Cerroni le istituzioni si inginocchiano, le regole vengono ossequiosamente accantonate e le leggi scandalosamente calpestate.
In questo articolo affronteremo il tema dei fondi post-mortem delle discariche che misteriosamente sono assenti dai bilanci della Pontina Ambiente, la società del signor Cerroni che gestisce la discarica di Albano.

La discarica rappresenta il sistema di smaltimento dei rifiuti più economico nel breve periodo ma largamente più inquinante sia per l'atmosfera, a causa dell'emissione di gas, sia per il terreno, in quanto determina una rilevante produzione di percolato, sia per le generazioni future, in quanto le discariche necessitano di una gestione e una manutenzione ben oltre la fine della loro vita utile.

Quando la discarica non viene più utilizzata per lo smaltimento di rifiuti, comincia la gestione post-operativa (detta anche gestione post-mortem). In questa fase il gestore della discarica svolge le attività necessarie per mantenere i requisiti di sicurezza ambientale così come richiesto dalla normativa vigente (decreto legislativo 36/2003): mantenimento in efficienza delle reti, delle apparecchiature, degli impianti e dei presidi, controlli per garantire la sicurezza dell'impianto nel suo complesso, monitoraggio e sorveglianza degli aspetti ambientali correlati all'impianto.

I fondi post-mortem sono, quindi, dei fondi costituiti per oneri futuri di ripristino che comprendono anche i costi della gestione post-operativa fino alla completa riconversione a verde delle aree interessate.
Al fine dell’integrale costituzione economico-finanziaria del fondo per il ripristino ambientale e per la gestione trentennale post-esercizio (cosiddetto “fondo post-mortem”), fondo che il decreto legislativo 36/2003 impone obbligatoriamente di accantonare durante il periodo di gestione operativa, attraverso i ricavi della gestione (smaltimento rifiuti).

Tale obbligo è stabilito dall’articolo 10 dalla Direttiva Discariche 99/31 della Comunità Europea (la stessa direttiva che, non rispettata per l'obbligo di pretrattamento dei rifiuti, ha determinato la procedura di infrazione alla Repubblica Italiana sulla discarica di Malagrotta).

Nell'ordinamento nazionale, tale obbligo è stata recepito e incluso all'articolo 8 del decreto legislativo 36/2003, che alla lettera m) richiede che la domanda di autorizzazione contenga, tra le altre cose, il Piano Finanziario che deve prevedere una tariffa inclusiva degli accantonamenti per la gestione post-operativa per un periodo di almeno 30 anni.
Dunque la tariffa applicata è inclusiva di tali accantonamenti, che devono essere riportati in bilancio e devono andare a costituire un fondo di accantonamento dedicato alla gestione post-mortem della discarica.
Nel Conto Economico dei bilanci del triennio 2009-2011 della Pontina Ambiente Srl, la società del signor Cerroni che gestisce la discarica di Albano, non c’è traccia alcuna di questi accantonamenti previsti per legge (gli importi degli accantonamenti sono pari a zero).

Nello Stato Patrimoniale dei bilanci del triennio 2009-2011 della Pontina Ambiente Srl, la società del signor Cerroni che gestisce la discarica di Albano, non c’è alcuna traccia alcuna del fondo di accantonamento previsti per legge.

Considerando che la discarica di Albano è in funzione da oltre 30 anni e che la Regione Emilia Romagna stima tali accantonamenti nell’ordine del 16% dei ricavi conseguiti, ci saremmo attesi dall’entrata in vigore della legge
(il 2003) la presenza di un fondo accantonato di oltre 10 milioni di euro.

Di fronte a queste gravi ed evidenti irregolarità, quali azioni di controllo sono state effettuate dalle istituzioni (Comune, Provincia, Regione, Ministero dell’Ambiente)?

Dopo la denuncia alla Commissione Europea del 13 agosto 2012 sul mancato pre-trattamento dei rifiuti nella discarica di Albano, è necessario un ulteriore esposto alla Commissione Europea per riuscire a far applicare quanto previsto dalla normativa italiana?


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