Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

mercoledì 5 settembre 2012

Impianto di smaltimento dei rifiuti di Albano, la Procura di Roma apre inchiesta

Rassegna stampa in continuo aggiornamento.
Errata corrige delle agenzie: l'impianto non è ancora costruito

(Fonte articolo, clicca qui) La Procura di Roma sta indagando su un impianto per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani costruito ad Albano Laziale (Castelli Romani). Al centro dell’attività dei PM, in un procedimento al momento senza ipotesi di reato o indagati, la supposizione di un brevetto, del valore di svariate centinaia di milioni di euro rubato alla Thermoselect, società svizzera, che permette di trasformare i rifiuti in energia elettrica e materiale inerte. Sembrerebbe certo che l’impianto sia il costruendo inceneritore di Albano che in sintesi è il fratello gemello dell’impianto di Malagrotta, esattamente della prima linea di Malagrotta che è stata in funzione dalla metà del 2009 fino ottobre 2011 data in cui l’impianto si è fermato in attesa che vengano realizzate altre due linee. L’inchiesta è nata dopo una denuncia per violazione del segreto industriale presentata qualche mese fa dai legali della società elvetica. Il procuratore aggiunto Roberto Cucchiari ha affidato ai carabinieri del Noe l’incarico di accertare i fatti. C’è poi da dire che un precedente fascicolo era stato già archiviato ed è stato indispensabile il via libera del gip per riaprirlo. In base a quanto denunciato dalla Thermoselect, tra il 2005 e il 2006 vennero contattati da alcune società romane del settore per la vendita del brevetto. La trattativa non andò a buon fine ma poco dopo tempo alcuni ingegneri, depositari dei contenuti dei brevetto, furono assunti a Roma dalle aziende che smaltiscono i rifiuti. Di fatto secondo Pontina Ambiente e Colari di Cerroni il brevetto degli impianti apparterrebbero alla Jfe che ha circa sette impianti in giappone e pare abbia utilizzato in comodato i brevetti Thermoselect che per prima ha brevettato la gassificazione. Ci sarebbero stati in passato altri due impianti realizzati sullo stampo di Malagrotta e Albano: a Karlsruhe in Germania fu realizzato con brevetto svizzero, detenuto dalla società Thermoselect, in seguito fallita. Un decennio prima la stessa tecnologia fu sperimentata a Verbania con esito disastroso perché la magistratura si accorse che le acque furono contaminate e scattarono i sigilli all’intero sito e quell’impianto sperimentale venne demolito. Dunque è giusto che se la società elvetica rivendichi i propri diritti ma le preoccupazioni degli ambientalisti e comitati contro l’inceneritore aumentano: “Thermoselect fa bene a vantare i suoi diritti – dichiara Daniele Castri, membro del Coordinamento “No Inc” – ma di fatto la tecnologia Thermoselect in Europa non mi risulta sia garante della salute e sicurezza dei cittadini visti i due precedenti in Germania e Verbania. Possiamo quindi affermare che gli impianti di Malagrotta e Albano sono sicuri per la salute?”

(Fonte articolo, clicca qui) Sulla base di una denuncia presentata dalla società svizzera Termoselect secondo cui l’impianto per lo smaltimento dei rifiuti in questione, sarebbe stato realizzato copiando un progetto della suddetta società elvetica. La Termoselect tramite i suoi avvocati ipotizza ora l’accusa di violazione del segreto industriale. Le indagini sono affidate al procuratore aggiunto Roberto Cucchiari con il quale collaborano i carabinieri del Noe. Gia’ negli scorsi anni dopo il fallimento con le trattative con la societa’ romana la Procura apri’ un fascicolo sulla vicenda che fini’ poi in archivio. Ora sulla base della nuova denuncia l’indagine e’ stata riaperta.La Procura della Repubblica di Roma ha aperto sulla base di una denuncia presentata dalla societa’ svizzera Termoselect un’indagine per stabilire se un impianto per lo smaltimento dei rifiuti aperto da diversi anni nella zona di Albano Laziale sia stato realizzato copiando un progetto della stessa Termoselect. Per il momento il procedimento non prevede alcuna ipotesi di reato che coinvolge due societa’ che presero contatti con la Termoselect contatti che poi non ebbero alcun esito.

(Fonte articolo, clicca qui) La Procura della Repubblica di Roma ha aperto sulla base di una denuncia presentata dalla societa’ svizzera Termoselect un’indagine per stabilire se un impianto per lo smaltimento dei rifiuti aperto da diversi anni nella zona di Albano Laziale sia stato realizzato copiando un progetto della stessa Termoselect. Per il momento il procedimento non prevede alcuna ipotesi di reato che coinvolge due societa’ che presero contatti con la Termoselect contatti che poi non ebbero alcun esito. La Termoselect tramite i suoi avvocati ipotizza ora l’accusa di violazione del segreto industriale. Le indagini sono affidate al procuratore aggiunto Roberto Cucchiari con il quale collaborano i carabinieri del Noe. Gia’ negli scorsi anni dopo il fallimento con le trattative con la societa’ romana la Procura apri’ un fascicolo sulla vicenda che fini’ poi in archivio. Ora sulla base della nuova denuncia l’indagine e’ stata riaperta.

(Fonte articolo, clicca qui) Un precedente fascicolo era stato già archiviato ed è stato necessario il via libera del gip per riaprirlo. In base a quanto denunciato dalla Thermoselect, tra il 2005 e il 2006 vennero contattati da alcune società romane del settore per la vendita del brevetto. La trattativa non andò a buon fine ma poco dopo tempo alcuni ingegneri, depositari dei contenuti dei brevetto, furono assunti a Roma per dalle azienda che smaltiscono i rifiuti. Avviata, in procura a Roma, un’indagine su un impianto per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani costruito ad Albano Laziale. Al centro dell’attività dei pm, in un procedimento al momento senza ipotesi di reato o indagati, l’ipotesi di un brevetto rubato alla Thermoselect, società svizzera, che da la possibilità di trasformare i rifiuti in energia elettrica e materiale inerte. L’avvio di un’inchiesta è stata anticipata oggi da Il Messaggero. L’inchiesta è nata dopo una denuncia per violazione del segreto industriale presentata qualche mese fa dai legali della società elvetica. Il procuratore aggiunto Roberto Cucchiari ha affidato delega ai carabinieri del Noe per effettuare gli accertamenti.

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