Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

venerdì 16 novembre 2012

14N in tutta Europa!

Nei prossimi giorni approfondiremo i diversi aspetti della giornata di lotta trans-nazionale che ci sembrano essere di particolare importanza per il dibattito e la comprensione di quanto sta accadendo nelle piazze di lotta contro l'austerità.  Il 14N ci consegna l'immagine di tutta l'Europa mobilitata dalle reti del conflitto sociale con maggiore o minore intensità a seconda dei contesti. In ogni modo lo sciopero generale del Sud Europa ha segnato un primo piccolo, ma importante, passo avanti che da ora i movimenti hanno la necessità di saper far vivere nelle future giornate di lotta contro l'austerità e la crisi.

Picchetti e blocchi a Madrid e in tutte le principali città e arterie del Paese sin dalle primissime ore della mattina.  
Nella capitale arresti già prima delle 2 am. 
Verso le 3 del mattino si apprende che anche alcune emittenti televisive molto seguite interrompono le trasmissioni per tutta la giornata. 
Alle 7 iniziano i picchetti nella città Univeritaria della Complutense;  praticato l' encierro (occupazione) alla facoltà di Medicina, anche in solidarietà ai lavoratori della sanità in lotta da settimane. 
Nei trasporti e nei settori metallurgici la partecipazione allo sciopero sfiora il 100%;anche l'ordine dei giudici aderisce allo sciopero. 
Alle 11 e mezza cariche indiscriminate nel quartiere di Lavapiés (Madrid) con numerosi fermi. Garantito il servizio minimo negli aeroporti. 
Alle 12, i dati nazionali sullo sciopero dei trasporti ha raggiunto il 90%. 
Studenti in corteo autonomo a Valencia;  verso le 16 arrivano cariche brutali della polizia.
Corteo autonomo notturno a Barcellona con oltre 30mila persone secondo i dati ufficiali, composto principalmente da sindacati di base e assemblee di quartiere.  Caroselli della polizia. 
A Valladolid occupato uno stabile e nelle ore nottirne assediato il Banco di Spagna. 
Cifre complessive straordinarie durante tutta la giornata.  oltre a Madrid e Barcellona, manifestazioni moltitudinarie con decine e decine di migliaia di persone a Caceres, La Coruña, Valencia, Saragozza, Oviedo, Santander, Cordoba. Da registrare infine lo scarso successo della giornata nel Paìs Vasco, dovuto alla diffidenza verso i sindacati maggioritari.

In Portogallo, l'adesione allo sciopero è stata pressoche assoluta. 
Dopo la grande giornata di contestazione sociale alla Merkel, la tensione nella capitale si è alzata.  Dopo aver bruciato alcuni bancomat, i manifestanti, secondo la prassi consolidata negli ultimi mesi di mobilitazione, hanno assediato il Parlamento dalle prime ore del pomeriggio, tentando fino a notte di fare breccia nel dispositivo di sicurezza ormai attivo 24 ore su 24 nel cuore di Lisbona.
Le proteste non si sono placate nemmeno durante la notte, quando la polizia, al ritirarsi della massa di manifestanti nei dintorni del Parlamento, ha ingaggiato un aspro confronto con svariati gruppi che hanno erto barricate incendiate lungo le vie secondarie.   Numerosi gli arresti, e 5 agenti feriti, in una giornata campale dove tutte le scuole e le Università sono rimaste chiuse ed il servizio sanitario è stato garantito ai minimi termini.

In Grecia - paralizzata nell'ultima settimana dallo sciopero generale di 48 ore e dalla grande giornata di lotta contro l'approvazione della finanziaria trascorsa solo alcuni giorni fa - il profilo delle manifestazioni è stato più basso rispetto ad altri paesi del sud europa: circa diecimila persone si sono riunite di fronte al parlamento nel centro di Atene con bandiere di Spagna, Portogallo, Italia e Francia per esprimere solidarietà agli altri paesi in lotta contro le politiche di austerity. Un'occupazione simbolica del centro culturale del comune di Atene è stata portata avanti dai lavoratori del settore pubblico.

In Francia sono state almeno 130 le città che si sono mobilitate nel corso della giornata di sciopero generale trans-nazionale.  Dal settore pubblico e privato, dai trasporti alla scuola, centinaia di lavoratori e lavoratrici sono scesi in strada per contestare le politiche di austerità già messe in cantiere da Hollande e salutare le lotte contro la crisi che attraversano i Pigs.

In Belgio sono stati i lavoratori delle ferrovie il principale settore in lotta, con l'occupazione della stazione Nord di Bruxelles mentre uova sono state tirate contro la sede dell'ambasciata tedesca. Il paese è attraversato da una profonda divisione politico/linguistica al suo interno, mentre il governo inizia a parlare di necessità di tagliare il settore pubblico.

In Germania, nonostante il divieto di scendere in piazza per scioperare indipendentemente dalle ingessate piattaforme sindacali, si sono registrate alcune dimostrazioni di solidarietà a Berlino.

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