Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

sabato 24 novembre 2012

Le loro illusioni, i nostri programmi

I ministri "tecnici" discutono da giorni su come recuperare e chiudere preventivamente quegli spazi di protagonismo e conflittualità portati nelle piazze dall'esplosione del 14N.

Buon segno! 

Significa che quanto è successo quel giorno fa paura e preoccupa chi ci governa con l'obiettivo razionale di impoverirci - e indebolirci politicamente - giorno per giorno.

Comunque la si voglia girare, quel giorno all'offensiva siamo stati noi!

Ed è questo che dovremmo sempre tener presente, prima delle scontate considerazioni sulla violenza della polizia e tutti i dibattiti che seguono sull'identificabilità dei poliziotti ecc., che possono essere importanti finché vogliamo ma necessariamente minori di fronte all'urgenza di ripopolare quelle piazze, farle rivivere di quell'intensità e di quelle presenze che per un giorno hanno impensierito chi sta in alto.  

Loro devono avere paura, non noi!

Nel nostro campo il dibattito politico rischia a volte di prendere una piega surreale:  non vorremmo che si tornasse indietro di 10 anni richiamando i "bei tempi" del prefetto Serra e delle belle manifestazioni del Social Forum di Firenze che qualcuno rimpiange, quando 1 milione di persone sfilavano battendosi le mani e, a fine giornata, Prefetto, Ministero degli Interni e organizzatori delle manifestazioni si complimentavano gli uni gli altri per la "responsabilità" e il buon svolgimento della giornata.  Non abbiamo oggi nessun motivo - e nessun interesse - ad essere "responsabili"...

L'intelligenza collettiva e la maturità dei comportamenti espressi dalle piazze europee del 14N ci indicano in maniera limpida la strada da perseguire. Lasciamo i problemi della "governance" a chi si deve preoccupare di far quadrare i conti, approvare le "riforme", far passare 'a nuttata, organizzare la "governabilità"...

Noi dovremmo pensare a organizzare invece l'ingovernabilità delle ristrutturazioni in atto: nlle scuole, nei posti di lavoro, in quel sociale sempre più magmatico e imprendibile che potrebbe però presto dare segnali d'indisponibilità.

Il governo Monti sta perdendo quel consenso che media  e politica tentano diperatamente di organizzargli intorno (interpretiamo in questo senso anche il furbesco riposizionamento di Napolitano di ieri e le mossette di Bersani e Camusso degli ultimi giorni).

A partire da queste considerazioni, ci sembra quindi che tutte le misure che il governo "tecnico" sta cercando di mettree in atto:  'daspo' per le manifestazioni et similia (ben analizzati in qs edit. di Oservatorio Repressione che qui riproduciamo: Squadre speciali, arresti differiti e daspo:  la risposta "democratica e sobria" del Governo Monti alla crisi) saranno probabilmente un bel buco nell'acqua, che potrebbe addirittura ri-attizzare lo scontro sociale. 

Davvero la ministra pensa che qualche 'daspo' comminato con metodo fermerà le manifestazioni e la rabbia di chi è ormai consapevole di non potersi aspettare niente dal futuro?

Quando certi comportamenti si massificano e vengono agiti capillarmente in diversi luoghi, è segno che la dimensione si fa politica, che non vuol dire, per noi,  "trovare la soluzione" ma approfondire l'ingovernabilità.

(Abbiamo dalla nostra l'esperienza del movimento no tav  e un processo che si sta aprendo contro 45 persone.   La Procura di Torino si sforza di chiuderla in fretta con 22 udienze tra gennaio e luglio del prossimo anno... Illusioni! Sarà comunque un processo lunghissimo di cui non riuscuiranno a cancellare la dimensione politica.  Da un anno e mezzo hanno comminato quasi 100 "fogli di via" dalla valle ma la maggioranza dei colpiti dal provvedimento è presente ad ogni nuova iniziativa...).
 
Urgente, diventa invece connettere i fili di una protesta che, pur generosa, è però ancora troppo dispersa in mille rivoli che faticano a ricomporre gli altri pezzi del precariato e del ceto medio proletarizzato alla più avanzata soggettività degli studenti e delle giovani generazioni.

Se le loro sono illusioni, i nostri programmi devono diventare realtà. 

Nostro il compito di rendere tutto ciò possibile.  

Costruendo, da subito, una nuova scadenza di lotta entro la fine dell'autunno!

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