Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

martedì 4 dicembre 2012

2) Intervista: "sono Maya Hannouk .. del movimento 20 febbraio"

Sabato 03 Marzo 2012
Abbiamo intervistato Maya Hannouk, militante del Movimento 20 Febbraio, movimento di massa marocchino, nato sulla scia dei processi rivoluzionari 
del risveglio arabo seguiti all'immolazione di Mohamed Bouazizi in Tunisia.  
Negli ultimi mesi la piazza marocchina ha radicalizzato contenuti e pratiche di lotta che molto spesso come ci spiega Maya hanno a che fare con livelli differenti di repressione a seconda che si tratti di metropoli, città o paesi e cittadelle di campagna.  

“Il popolo vuole la caduta del regime!” è lo slogan del momento di una piazza in lotta contro la povertà e la violenza imposta dalla corona magrebina da quelli che ormai non sembrano più essere paurosi e silenziosi sudditi. 

Ad alzare la voce e a manifestare pubblicamente rabbia e dissenso sono sempre più i giovani proletari e le donne dei quartieri di periferia, un tempo soggetti sociali marginalizzati e trattati esclusivamente tramite la violenza delle istituzioni sia statali che familiari. 
Anche in Marocco il risveglio arabo sta compiendo i suoi primi passi...

Quali sono le cause della tensione in Marocco? 
La situazione economica è molto difficile e di conseguenza la situazione sociale è molto tesa. Le promesse di riforma non hanno dato frutti e dunque la politica dei grandi progetti pubblicizzati finora è un fiasco. 
Infine, ci siamo resi conto  che la nuova squadra del re altro non era che una messa in scena che fu completata intorno al 2004.  Da allora, non abbiamo potuto che assistere al lento deterioramento della situazione politica al punto che tutte le parti che agiscono in ambito politico sono stati screditati a favore del palazzo reale. In parallelo, abbiamo constatato l'aumento degli arresti di persone per le proprie opinioni e la censura dei mezzi di comunicazione.  Il risveglio tunisino ed egiziano, due paesi i cui leader hanno fatto di tutto per garantire la successione di forma patrimoniale ci ha costretti a scuoterci.

Ci sono delle analogie tra il movimento marocchino e quello arabo? 
Uno dei punti in comune è il fatto di usare lo spazio pubblico come spazio per la contestazione.  Si noti anche la grande mobilitazione dei giovani  che non erano politicizzati, e le giovani donne, nonostante il ritorno al conservatorismo.  Tutte quelle persone che erano invisibili e per le quali le autorità del potere prendevo le decisioni, ora  appaiono improvvisamente in strada con discorsi fortemente contestativi.

Scendendo nelle piazze e manifestando, le libertà d’espressione e d’opinione sono garantite? 
Dipende dalle città e luoghi dove si svolgono gli eventi.
Nelle comunità rurali, i manifestanti sono spesso fortemente repressi.  Nelle grandi città, le cose accadono in modo diverso.  Stiamo ora assistendo a una ondata di violenza da parte delle autorità. Durante gli ultimi eventi di Taza e Beni Mellal, è la violenza usata dalla polizia contro i manifestanti, che accese la popolazione. In tutti i casi, indipendentemente dal luogo, i manifestanti sono fotografati e perseguitati successivamente.

Quali sono le rivendicazione del M20Febbraio?
  • Un sistema giudiziario indipendente e, più in generale, la separazione dei poteri;
  • Il processo per tutti coloro che sono coinvolti nel saccheggio, nella cattiva gestione e nello sperpero della ricchezza del paese;
  • Il riconoscimento della lingua Amazigh come lingua ufficiale e il riconoscimento della specificità dell'identità marocchina nei suoi elementi essenziali:  linguistici, culturali e storici;
  • Il rilascio di tutti i prigionieri  politici e la persecuzione giudiziaria di tutti i responsabili di arresti arbitrari, "sparizioni", tortura e  repressione selvaggia.
  • Integrazione dei laureati disoccupati nel mondo del lavoro;
  • garantire una vita dignitosa per tutti e dunque aumento degli stipendi e l’adozione dei minimi salariali;
  • garantire a tutti i cittadini l’accesso ai servizi pubblici, e assicurare che siano dignitosi;
  • l’annullamento delle posizioni pubbliche occupate dagli amici del re, che ha usato e abusato del suo potere per collocare le proprie simpatie, in particolare Fouad Ali El Himma e Mounir Majidi.

In un video girato durante la manifestazione a Rabat il 22/01/2012 i manifestanti hanno utilizzato il celebre slogan “a cha3b yurid is9at a nidam”. La gente non teme più il regime? 
Il potere monarchico marocchino è fondato sulla paura, il rapporto dunque di questo potere si basa sulla servitù.  Le autorità terrorizzano chiunque osi alzare la testa e per chi è cresciuto in Marocco diviene pericoloso pronunciare parole come “Re” o “Monarchia”.  Il sistema educativo si basa sul principio del rispetto della gerarchia, nel punto più alto si posiziona il re, la cui opinione è indubitabile.  Hassan II non ha mai esitato ad uccidere chi s’opponeva alle sue parole, uccideva gli avversari e distruggeva le loro famiglie.  Ora noi non dimentichiamo!  Sotto la monarchia di Mohamed VI,
le cose non sono cambiate nonostante la retorica.  Sappiamo tutti quali siano le forme di punizione e di tortura utilizzati dalla Monarchia per far tacere il popolo, il centro di detenzione di Temara è un esempio.

Cos’è successo a Taza?Quello che è accaduto a Taza accade in moltissime altre città da  molti anni:  Sidi Ifni, Guelmim Bouarfa ...
La gente è stanca di vivere nella miseria. Tutto Qua!.
Quali sono le recenti attività organizzate dal M20Fev a Casablanca? 
Per il 20 febbraio (anniversario della nascita del movimento) abbiamo organizzato manifestazioni e attività in molte città.

Secondo lei, quali sono le prospettive future del movimento marocchino? 
C'è una speranza per una rivoluzione, o ci si aspetta  semplici riforme ?
Sappiamo che stiamo solo all’inizio. Infine, penso che abbiamo percorso una lunga strada da quando un anno fa, la situazione politica in questo paese era completamente senza speranza.  Siamo quindi soddisfatti che la “parola si sia liberata”.  Per contro, non siamo stati ascoltati dal Makhzen, che viste le riforme proposte  o non ci ha preso sul serio nella nostra volontà di cambiare le cose, o assume il carattere arcaico del suo progetto nazionale.  Continueremo ancora di più.  L'irrigidimento del potere nelle ultime settimane (vedi le condanne irreali di Walid Banomane, e altri giovani di Taza) mostra che la resa dei conti è solo agli inizi, e personalmente penso che il futuro del Paese richieda qualche sacrificio. In ogni caso, esploderà in questo paese in un momento o un altro.


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