Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

domenica 30 dicembre 2012

Argentina, ex dittatore Videla: “Chiesa fornì consulenza per uccisione dei desaparecidos”

L’ex dit­ta­to­re ar­gen­ti­no, Jor­ge Vi­de­la, ri­ve­la le pe­san­ti com­pli­cità
 del­le ge­rar­chie ec­cle­sia­sti­che con il re­gi­me mi­li­ta­re. 

In­ter­vi­sta­to in car­ce­re, ha fat­to pre­sen­te come l’al­lo­ra nun­zio apo­sto­li­co Pio La­ghi e l’ex pre­si­den­te del­la Con­fe­ren­za epi­sco­pa­le di Ar­gen­ti­na Raul Pri­ma­te­sta, as­sie­me ad al­tri ve­sco­vi, ab­bia­no con­cre­ta­men­te dato al go­ver­no dei gol­pi­sti con­si­gli su come ge­sti­re l’uc­ci­sio­ne dei de­sa­pa­re­ci­dos.

Come già emer­so, la Chie­sa cat­to­li­ca fin dai pri­mi anni del re­gi­me sa­pe­va del­le bru­ta­li re­pres­sio­ni di dis­si­den­ti.  E man­ten­ne rap­por­ti stret­ti con i mi­li­ta­ri al po­te­re.  Ma Vi­de­la con­fer­ma non solo que­sto, ma che la Chie­sa offrì i suoi “buo­ni uf­fi­ci” al go­ver­no per in­for­ma­re del­la sor­te atro­ce dei de­sa­pa­re­ci­dos esclu­si­va­men­te quel­le fa­mi­glie che aves­se­ro scel­to poi di non di­vul­ga­re pub­bli­ca­men­te i cri­mi­ni e di in­ter­rom­pe­re le pro­te­ste.

Ne­gli in­con­tri con i pre­la­ti, an­che in epi­sco­pa­to, re­li­gio­si e mi­li­ta­ri si ac­cor­da­va­no per­si­no per ge­sti­re le uc­ci­sio­ni dei de­sa­pa­re­ci­dos, in modo da mi­ni­miz­za­re fu­ghe di no­ti­zie.  Tut­ti nuo­vi ele­men­ti che con­fer­ma­no ul­te­rior­men­te il la­vo­ro di gior­na­li­sti come Ho­ra­cio Ver­bi­tsky, sul­le con­ni­ven­ze pe­san­ti tra Chie­sa cat­to­li­ca e re­gi­me mi­li­ta­re.

Ad esem­pio, gli uf­fi­cia­li che pren­de­va­no par­te alla mat­tan­za dei de­te­nu­ti po­li­ti­ci si sa­reb­be­ro con­sul­ta­ti con le au­to­rità ec­cle­sia­sti­che per uc­ci­der­li nel­la ma­nie­ra “più cri­stia­na e meno vio­len­ta” pos­si­bi­le.  Per la cro­na­ca, la so­lu­zio­ne era un’inie­zio­ne di pen­tho­tal per se­da­re le vit­ti­me, che ve­ni­va­no poi but­ta­te a mare da un ae­reo e che quin­di af­fo­ga­va­no.

Un ca­pi­ta­no di ma­ri­na, Adol­fo Sci­lin­go, che pren­de­va par­te ai ‘voli del­la mor­te’ tur­ba­to si ri­vol­se ad un sa­cer­do­te.  Il qua­le, ci­tan­do al­cu­ne pa­ra­bo­le bi­bli­che, so­ste­ne­va che i de­sa­pa­re­ci­dos uc­ci­si così non ave­va­no sof­fer­to.


Fu quin­di con­cor­da­to con la Chie­sa que­sto modo per som­mi­ni­stra­re una ‘dol­ce mor­te’ ai dis­si­den­ti.  Per­ché la fu­ci­la­zio­ne di mi­glia­ia di per­so­ne avreb­be de­sta­to le pro­te­ste del papa.  E gli im­ba­raz­zi di tut­ti quei pre­la­ti le­ga­ti a dop­pio filo col re­gi­me.


tratto da http://www.uaar.it/news/2012/08/03/argentina-ex-dittatore-videla-chiesa-forni-consulenza-uccisione-desaparecidos/


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