Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

sabato 22 dicembre 2012

La marea bianca riempie le strade di Madrid per difendere la sanità

Ormai da diversi giorni la protesta contro la privatizzazione del servizio sanitario spagnolo continua ad invadere le strade di Madrid, inserendosi nella battaglia più generale contro le misure di austerity varate dal governo di Rajoy.

Nella giornata di ieri il Parlamento ha approvato la legge di bilancio per il 2013, una manovra da 39 miliardi di euro fatta di tagli e privatizzazioni; all’interno del bilancio sono presenti anche le disposizioni che appalteranno la gestione dei servizi sanitari alle aziende e la privatizzazione di diversi ospedali.

Un sistema per il quale aumenteranno i costi della sanità a carico dei cittadini e, per contro, diminuirà il livello dei servizi disponibili.
Misure contro le quali la cosiddetta ‘marea blanca’, il movimento composto da decine di migliaia di utenti e lavoratori della sanità pubblica, ha riempito le piazze della capitale per ben quattro volte nelle ultime settimane:  l’ultimo caso è stato quello di ieri sera, quando la notizia dell’approvazione del bilancio ha fatto riesplodere la protesta a distanza di solo 24 ore dalla marea blanca di mercoledì, quando la polizia è anche intervenuta con cariche e fermi contro i manifestanti che tentavano di raggiungere il Consiglio Regionale di Madrid.

Ai cortei e ai blocchi della capitale si sono però affiancate diverse altre iniziative contro il durissimo attacco al servizio sanitario spagnolo: quattro settimane di sciopero dei medici (molti dei quali hanno minacciato il licenziamento in blocco per opporsi ai piani di privatizzazione dei centri ospedalieri e per fare pressione sul governo), raccolte firme e lettere aperte della comunità scientifica.

Lo sciopero degli ultimi giorni ha registrato adesioni molto alte tra i medici e, in generale, la ‘marea blanca’ può vantare una composizione molto eterogenea e contare su un ampio consenso e supporto da parte della popolazione spagnola.

Il governo ha espresso soddisfazione per l'approvazione del bilancio e si è difeso con vaghe e dubbie promesse sul fatto che le misure in esso previste non ricadranno sulle spalle dei cittadini, ma la continuità e i numeri con cui la protesta si è fatta sentire nelle ultime settimane lascia intendere che difficilmente l'approvazione segnerà la fine di questa battaglia, che si fa espressione della più generale insofferenza verso le ricette di sacrificio proposte in questi mesi dal governo sotto la guida di Rajoy.

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