Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

sabato 22 dicembre 2012

Case, scuole e sanità: riprendiamoci tutto

Roma:  

riportiamo il racconto della giornata di lotta di ieri giovedì 20 Dicembre a Roma Nord contro i tagli alla sanità, conclusasi con un'assemblea presso l'ex clinica privata Valle Fiorita, occupata di recente.

Dal S.Filippo Neri all'ex clinica Valle Fiorita Occupata. 

Questa mattina per le strade di Roma nord si è visto un bel corteo territoriale come non se ne vedevano da molti anni.

Si è partiti in alcune centinaia da uno dei sei ospedali pubblici romani che subiranno un grosso taglio del numero dei posti letto con la conseguente chiusura di alcuni reparti, in questo caso neurochirurgia e cardiochirurgia. 

Un ospedale dove la possibilità di perdere il posto di lavoro per i lavoratori e le lavoratrici e la certezza dei tagli ad un servizio sanitario già carente, sta facendo nascere una mobilitazione per un diritto alla salute diverso, di tutti e per tutti. 

E' sempre più evidente come l'aziendalizzazione, iniziata dal 1992, abbia portato al collasso della sanità pubblica a favore degli istituti privati.

Passando davanti alla sede della direzione sanitaria ed amministrativa del S.Filippo è stato attaccato lo striscione “La Sanità non si vende” e numerosi interventi hanno denunciato la complicità con i politici di turno di chi gestisce quest'ospedale.

Il corteo è proseguito per le vie di Monte Mario passando davanti ad uno dei tanti licei che in questo autunno hanno animato il movimento contro la privatizzazione delle scuole e le misure di austerity; a Roma Nord hanno occupato licei che non occupavano da anni. 

La voglia di creare questo corteo che connettesse varie lotte nel territorio è venuta proprio da loro. Ennesima dimostrazione, Ostia docet, di come le rivendicazioni studentiste siano ormai insufficienti. 

Gli studenti sentono la necessità e vedono la possibilità di nuove lotte che partano dalle scuole per dilagare nei territori, proponendo un'istruzione e una socialità diverse, per vivere qui e subito in un nuovo presente.

Per le vie di Torrevecchia il corteo ha continuato ha comunicare con tutto il quartiere fra cori, interventi dall'amplificazione e striscioni, concludendo sotto l'ex clinica privata Valle Fiorita. 

Vuota da più di 6 mesi dopo il licenziamento di tutti i lavoratori, il 6 Dicembre è stata occupata da 150 famiglie in emergenza abitativa, insieme ad altri 7 stabili abbandonati nel resto di Roma,  la proprietà di questo stabile dopo aver lucrato per anni sulla collettività ora vorrebbe trasformare la struttura in un albergo, l'occupazione è stata un segnale di quale deve essere la risposta a questi tentativi di speculazione. 

Nessun tentativo di sgombero, come quello del 10 Dicembre, 
potrà cancellarlo.

A conclusione di una manifestazione viva e partecipata si è tenuta un'assemblea pubblica sotto i cancelli della nuova occupazione, dove dagli interventi di studenti, lavoratori del S. Filippo, occupanti e realtà territoriali è uscita la necessità di continuare a far parlare queste lotte. Infatti riteniamo essenziale uscire da un'ottica unicamente vertenziale, comprendendo la sfida che ci viene lanciata dall'acuirsi della crisi e dalla ferocia delle misure di austerità. 

L' 8 Gennaio si terrà a Valle Fiorita un'assemblea per creare una rete territoriale che possa iniziare ad immaginare e a costruire un presente ed un futuro diverso a Roma nord.

Dagli occupanti che resistono sul tetto di Valle Fiorita, dagli studenti che occupano le scuole, dai lavoratori e dalle lavoratrici del S.Filippo Neri in mobilitazione ci arriva un messaggio chiaro:


Non abbiamo niente da difendere, abbiamo tutto da costruire!

Realtà territoriali in lotta

2 commenti:

  1. Tagli per 900 posti letto: sanità in pareggio nel 2015

    Le riduzioni metà nel privato e metà nel pubblico.
    Il San Filippo Neri contesta le scelte del commissario

    Il piano per far stare in pareggio entro il 2015 la sanità del Lazio l’ha scritto il commissario Bondi, ma lo dovrà attuare il prossimo presidente della Regione. Ma i 900 posti letto tagliati nelle varie strutture (metà nel pubblico) sono ormai dati acquisiti.

    La mannaia che si abbatte sulla sanità del Lazio è fatta di nomi e numeri: i più colpiti saranno il Cto e il San Filippo Neri, che perderanno ciascuno 120 posti. Per il San Filippo Neri il colpo più grave, visto che la riduzione dei letti graverà fortemente sull’offerta di sanità pubblica per il quadrante nord della capitale.

    Ieri è intervenuto il coordinatore della Uil Fpl medici, Roberto Bonfili chiedendo un incontro con le autorità per chiarire la situazione del nosocomio romano: «I tagli pensati dal commissario Bondi non trovano alcun riscontro con i numeri prodotti dall' A.C.O.San Filippo Neri negli ultimi anni. La cardiochirurgia, la Neurochirurgia e la terapia intensiva neo-natale al San Filippo producono numeri, qualità e costi che non possono essere disattesi. L’impegno di ciascun operatore è massimo così come la professionalità di ognuno».

    Ma i tagli nella sanità pubblica non finiscono qui: se ne andranno 57 posti dall’Umberto I, una trentina dal San Camillo e 50 dal San Giovanni. Quest’ultimo insieme a Oftalmico e Eastman dovrebbero essere convertiti in centri di lungodegenza per malati cronici e oncologici. Quanto ai privati vanno contati i 250 posti in meno previsti dal nuovo piano industriale del Gemelli, che si sommeranno agli 88 dell’Inrca e ai 100 dell’Idi.

    E poi c’è il tema dei lavoratori:
    per circa 3500 persone, sostanzialmente precari, si porrà il tema del futuro occupazionale. A fronte di questa rimodulazione del sistema, il piano di Bondi prevede la formazione di 2500 posti per anziani, disabili e persone non autosufficienti entro il 2013 e altri 3500 entro il 2015 con l’obiettivo di risparmiare fornendo più servizi sul territorio.

    Ma il piano di Bondi preoccupa soprattutto il privato che critica il taglio dei fondi del 7 per cento nel solo 2012 e vede situazioni di grave crisi come quella delle 13 strutture laziali denominate “San Raffaele” e dichiarate a rischio chiusura a fine anno se non si risolverà la questione dei 260 milioni di fondi regionali non ancora erogati al gruppo. Mentre domani sarà il giorno della manifestazione in via XX settembre davanti al ministero, non si ferma neanche la protesta degli ospedali religiosi e classificati:

    se all’Idi i lavoratori continuano a far funzionare il San Carlo di Nancy e le altre strutture nonostante la drammatica situazione finanziaria e il fatto che ancora non si siano mossi i 5 milioni promessi la scorsa settimana, prosegue la protesta al Fatebenefratelli e nelle altre strutture religiose a rischio.

    A fine giornata dopo un incontro con Bondi il sindaco Alemanno ha fatto sapere che «L’Idi ha ricevuto il bonifico e dovrebbe quindi entro venerdì a dare gli stipendi. ci daranno conferma se ci riusciranno oppure no».

    http://www.cinquegiorni.it/

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  2. siamo sempre troppo pochi e troppo divisi da logiche di partito lobby di convenienza colore razza sesso età o condizione sociale quando saremo cittadini saremo nazione allora potremo riprenderci tutto ma dobbiamo essere prima tutti insieme e tutti uniti

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