Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

giovedì 20 dicembre 2012

Proverbio romanesco: “Chi amministra … amminestra …”

l' Eco-Balla di Mercoledì 19 Dicembre

“L’ottavo re di Roma fa rullare i tamburi …”

 
Per via d’un contenzioso amministrativo in corso dagli anni 90, il Comune di Albano è stato recentemente condannato a pagare una cifra pari a circa un milione e mezzo di euro alla Pontina Ambiente di Cerroni, proprietaria, tra le altre cose, della discarica intercomunale di Albano e, per altro, una delle tre consorziate (insieme ad ACEA ed AMA) nel progetto COEMA per la costruzione dell’inceneritore più grande d’Europa.

Il 24 maggio 2012 parte, tra il Sindaco di Albano, Nicola Marini, e l’amministratore unico della Pontina Ambiente, Ing. Francesco Rando, la PRIMA FASE PRELIMINARE della TRATTATIVA ECONOMICA per raggiungere un accordo (clicca quì).

Poichè, dopo la condanna di secondo grado ed in attesa della Cassazione (terzo ed ultimo grado della Giustizia italiana), il Comune di Albano si trova comunque nell’obbligo, per legge, di rendere disponibile l’intera cifra dovuta alla società di Cerroni.

Ma il Comune di Albano, molto semplicemente, i soldi non li ha. 
E rischia il dissesto economico.

Il 7 giugno 2012, segue la SECONDA FASE PRELIMINARE della TRATTATIVA ECONOMICA (clicca quì). Ma è solo  il 5 luglio 2012 (clicca quì) che si raggiunge l’auspicato ACCORDO. Cerroni concede dunque il “via libera” alla chiusura della TRANSAZIONE che prevede uno sconto di 700.000 euro (settecento mila euro) sull’importo complessivo nonché la rateizzazione della somma in dieci anni.

Appena tre giorni prima, però, per l’esattezza il 2 luglio 2012 (clicca quì), il Sindaco Marini – su richiesta del comitato No Inc – presenta una richiesta di “accesso agli atti” al Gestore del Servizio Elettrico nazionale, GSE, per avere copia di documenti (Convenzione Preliminare tra GSE e Co.E.Ma.) che potrebbero rivelarsi fondamentali a scongiurare che l’inceneritore di Albano usufruisca dei cosiddetti “certificati verdi”:  fondi pubblici che lo Stato conferisce a chi produce energia elettrica con gli inceneritori.

Il magnate dei rifiuti Cerroni si arrabbia.  
O meglio, si imbufalisce. 

Non vuole che la CONVENZIONE PRELIMINARE COEMA/GSE di Giugno 2009 finisca nelle mani del Comitato No Inc. 

Perchè? 
Cosa c’è in quelle carte che i cittadini non devono vedere? 

E’ così che il suo braccio destro, l’amministratore DIMISSIONARIO (clicca quì) della Pontina Ambiente, Ing. Francesco Rando, scrive una lettera di fuoco indirizzata al capo dell’Amministrazione di Albano (clicca quì).

Il Sindaco Nicola Marini corre ai ripari, ed invita i responsabili della società di Cerroni per Lunedì 23 luglio 2012 ore 17,00 niente meno che presso la sede del Comune, a Palazzo Savelli (clicca quì).
E pace fu.

L’ACCORDO ECONOMICO venne raggiunto ancora una volta, o meglio per la seconda volta, evitando all’Amministrazione Marini di andare in dissesto economico (clicca quì).

Nel frattempo, l’appuntamento per accedere agli atti GSE era stato fissato, con largo anticipo, al 10 settembre 2012 (clicca quì) ma né il Sindaco Nicola Marini né il delegato comunale ai rifiuti Luca Andreassi, hanno trovato il tempo ed il modo di andare a ritirare gli importantissimi documenti necessari per la vertenza contro l’inceneritore di Albano.

Un caso? 

Perché il Sindaco Marini non ha delegato un dirigente o funzionario comunale? 

Perché non il consigliere comunale della FDS Salvatore Tedone? 

Perché non il responsabile ambiente e territorio del PD di Albano Simone Carabella?

Pochi giorni dopo il GSE, con due distinte lettere, nega definitivamente la possibilità di accesso ai documenti. (Prima lettera; seconda lettera)

Ma c’era ancora un’ultima possibilità?   

Sì!

Nella parte finale della lettera del GSE del 4 ottobre 2012 (clicca quì) c’è scritto, difatti:  “Avverso il presente provvedimento di diniego può essere proposto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale …”

I termini per presentare un ricorso al Tribunale Amministrativo del Lazio contro la decisione del GSE sono già trascorsi invano, ma il Sindaco di Albano Laziale, Nicola Marini, non ha ritenuto fosse opportuno procedere

Non sono ancora definitivamente trascorsi, però,
i 120 giorni per depositare un ricorso Amministrativo al Capo dello Stato …

Il Sindaco di Albano Laziale, Nicola Marini, 
almeno in questo caso, procederà?

Chi ci salverà, ora, dall’inceneritore di Cerroni?



Nessun commento:

Posta un commento