Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

martedì 4 dicembre 2012

4) Marocco: e il Rif si solleva!

Mercoledì 14 Marzo 2012

La protesta si allarga a macchia d'olio per tutta la regione del Rif 
a seguito della rivolta di Bni Bouayach.  

Ieri avevamo alluso alla possibilità che le iniziative di lotta e resistenza non sarebbero rimaste confinate nella piccola città mai poi tra la notte e le ultime ore è arrivata la conferma:  la rabbia e l'indignazione nel nord-est del Marocco è divenuta un'onda che dalla costa arriva al confine con l'Algeria fino alle montagne dell'Atlas, storiche “patrie del ribelle” rifiano.

Al Hoceima, Nador, Imzouren, Boukidan, Ajdir, e ovviamente Bni Bouayach e molti altri paesi e cittadelle sono in queste ore teatro di manifestazioni, proteste, cortei e presidi mentre la polizia inviata in forze tenta di riconquistare il territorio con plotoni di celere che battendo il passo si fanno largo tra le folle ostili nei mercati, oppure assaltando e attaccando i manifestanti ovunque si trovino.  Durante i tentativi di sgombero di istituti superiori occupati questa mattina diversi studenti sono rimasti feriti e i blocchi stradali disseminati sulle provinciali e l'autostrada resistono alla repressione.   

Le informazioni escono con il contagocce e sia le televisioni marocchine che la stampa internazionale continuano nel loro criminale silenzio ad ossequiare il regime di Mohamed VI.  Da attivisti per i diritti umani abbiamo la conferma che insieme alla celere è attiva anche la polizia politica che come nel caso della repressione a Taza poche settimane fa, sta minacciando di stupri e torture gli abitanti delle zone coinvolte nel movimento di protesta. Diversi attivisti del movimento 20F e giornalisti indipendenti sono stati arrestati e ancora non si conosce il numero preciso dei feriti durante gli ultimi giorni di scontri.  Abbiamo notizia che in queste ore la grossa comunità rifiana di Tangeri si sta mobilitando e ogni collettivo del movimento 20F sparso per il Marocco e l'Europa è in stato d'allerta per solidarizzare con il Rif ribelle e tentare di prevenire un ripiego ultra-repressivo che a detta di molti è quasi scontato.

Il Rif regione storica della resistenza in Marocco è da sempre disprezzata dal regime a causa delle proprie tradizioni politiche repubblicane
Nel passato dopo aver conosciuto le armi chimiche dell'esercito occupante francese la popolazione rifiana ha dovuto subire anche l'aviazione del reame marocchino che con Hassan II non si fece scrupolo a bombardare i paesi della zona.  Poi con Mohamed VI è stata la volta del mancato sviluppo e della sottrazione di servizi pubblici.   

Il movimento dei diplomati disoccupati con il tempo è divenuto molto forte nella regione e gode della simpatia e della partecipazione alle proprie iniziative della maggior parte della popolazione.

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