Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

lunedì 31 dicembre 2012

".. l’imperialismo è una tigre di carta .."

Se .. a stracciarla e a farla a pezzi, è il popolo in armi
Quello che state iniziando a leggere è un articolo sulla Palestina.

Dove, però, non troverete la solita, ma non per questo inutile o infondata, denuncia dei crimini dell’entità sionista e del suo Esercito, il “migliore esercito del mondo” ma solamente se e quando si tratta di assassinare bambini o far morire civili innocenti.

Non ci leggerete neppure il solito, ma non per questo inutile o infondato, elenco di risoluzioni dell’ONU puntualmente, scientemente e criminalmente violate dall’entità sionista.

Nelle righe che seguono quelle che avete già letto, insomma, non troverete nessun accenno, ad esempio, alla Risoluzione 181 (del 29 novembre 1947) sull’adozione del “piano di spartizione” della Palestina in due Stati indipendenti;  o alla n.194 (11 dicembre 1948), o alla 302 (dell’8 dicembre 1948) sulla “creazione dell’UNRWA, l’ufficio speciale per il soccorso dei rifugiati.  O ad una qualsiasi delle numerose, numerosissime altre, tutte puntualmente, pervicacemente e dolosamente dimenticate dalla cosiddetta Comunità internazionale, dai filosionisti e dai pennivendoli nostrani, servi del rotolo di carta igienica autodenominatosi La Repubblica, della Sinistra extra e dei cattocomunisti in generale in primis.


Niente di tutto questo, vi annunciavamo.

Cercheremo invece di dimostrare che l’ultima (solo in ordine di tempo) aggressione dell’entità sionista a Gaza si è rivelata una sostanziale sconfitta, sia sul piano politico-diplomatico che, soprattutto, su quello militare. Nonostante le gravi perdite umane.

L’aggressione ha dimostrato ancora una volta che l’entità sionista è completamente allineata su Washington;  e che qualsiasi conflitto fra lo “Stato ebraico” e gli Arabi (includendo in questa categoria anche l’Iran, che comunque non fa parte del cosiddetto “mondo arabo”) è di fatto un conflitto condotto dagli USA.

E ciò perché l’entità sionista dipende completamente, per il proprio armamento, per le proprie munizioni, per la propria tecnologia e per le proprie risorse finanziarie, dai gringos, di cui rappresentano, fin dal momento della loro fondazione (seconda metà degli anni Quaranta del secolo scorso) una semplice emanazione coloniale.

A Gaza stavamo dicendo prima, la Resistenza palestinese guidata da Hamas, ha fatto registrare una vittoria militare netta che è andata oltre il fatto di aver impedito all’entità sionista di cogliere i propri obiettivi, vale a dire di:  (1) distruggere gli stocks di missili;  (2) annientare la catena di comando della Resistenza;  e (3) esercitare la dissuasione.

L’analisi dei risultati della guerra dimostra chiaramente che i corpi combattenti ed i quadri superiori della Resistenza palestinese non sono stati seriamente colpiti dagli attacchi sionisti.

Di più: gli stocks di missili palestinesi non sono stati annientati, prova ne sia che, fino a poco prima della tregua, i razzi hanno seguitato ad abbattersi sul territorio illegalmente occupato dall’entità sionista.

La Resistenza palestinese ha dato prova di una grande capacità di tenuta organizzativa;  ed ha dimostrato, ancora una volta, di godere dell’appoggio di un intero popolo in lotta per i propri diritti, a costo anche della vita.

Al momento della tregua, l’entità sionista non aveva raggiunto nessuno dei propri obiettivi.  Al contrario, ha visto smentite tanto l’importanza della propria “capacità di dissuasione” quanto la teoria, tanto cara ai macellai delle forze armate sioniste, sulla possibilità di vincere le guerre solo con l’aviazione.

E’ stata la Resistenza, semmai, a veder rafforzata la propria “capacità di dissuasione” grazie al lancio di missili che hanno colpito anche le città dell’entità sionista più lontane dalla linea del fronte.

Alcuni missili sono arrivati ad 80 km di distanza dalla striscia di Gaza, allorquando gli aggressori aveva fondato tutta la loro strategia sul fatto che i razzi palestinesi si pensava avessero un raggio massimo di azione di 40 km.

Questo fatto del tutto inatteso (e dovuto anche al sostegno dell’Iran, come hanno pubblicamente riconosciuto gli stessi leaders di Hamas), fra l’altro, ha rappresentato l’ennesimo scacco per quei servizi di informazione sionisti che la propaganda, occidentale e non, ha fino d oggi mitizzato ad uso e consumo della politica di aggressione dell’entità sionista.

Da parte sua, la Resistenza palestinese ha mostrato un’accumulazione di esperienze ed un obiettivo rafforzamento delle proprie capacità militari, grazie alla comparsa sul campo di battaglia del razzo anti-carro Kornett.

Tutti questi elementi hanno contribuito, insieme con altri fattori, a provocare una forte esitazione nelle file sioniste.  Al punto di costringerle a rinunciare alla paventata, prevista e minacciata invasione terrestre sostenuta dalla mobilitazione, nei giorni precedenti l’aggressione militare vera e propria, di oltre 75  mila riservisti.

La Resistenza palestinese, dunque, ha vinto di nuovo.

Dimostrando, ancora una volta, come diceva il presidente MaoTsetung,
che l’imperialismo è una tigre di carta. 


di Luca Ariano - Pubblicato il 17-12-2012 - http://www.ilbuio.org/

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