Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

mercoledì 12 dicembre 2012

Guerra in Siria: le armi chimiche come pretesto per un possibile intervento della Nato. Chi le potrebbe usare realmente?


Che la guerra contro la Siria sia iniziata da qualche tempo è un fatto oramai assodato, mentre la stampa “politicamente corretta” definisce  eufemisticamente “insorti “le truppe mercenarie che seminano il terrore sul territorio e nelle città siriane. Dietro di esse si muovono i reparti speciali Nato, consulenti della CIA e dei servizi israeliani e turchi, una scena già vista in Libia contro Gheddafi.

Ma qui la partita si fa più importante per il ruolo geopolitico che ha la Siria nello scacchiere del Vicino Oriente, per la presenza di una base navale russa, per l’alleanza con l’Iran, per l’appoggio cinese in sede Onu. Il legittimo governo del presidente Assad rappresenta l’ultimo caposaldo per tutti quelli che non vogliono vedere l’intera area trasformarsi in un protettorato occidentale-sionista.  Gli Stati Uniti stanno schierando ingenti forze aeree e navali in prossimità delle coste siriane, il che non lascia presagire nulla di buono.  La portaerei nucleare USS Eisenhower, la nave d’assalto anfibia USS Iwo Jima con a  bordo 2500 Marines, circa 70 aerei d’attacco imbarcati, un incrociatore lanciamissili e dieci tra fregate e caccia torpediniere, sono già posizionati al largo delle coste siriane con il pretesto di un’eventuale evacuazione dei civili statunitensi presenti in Siria.
Ovviamente come da tradizione, gli Stati Uniti cercano un pretesto per scatenare una guerra che potrebbe avere conseguenze che vanno ben al di là della Regione del Vicino Oriente. 

Come già fatto con l’Iraq l’occasione potrebbe essere offerta dalle armi distruttive di massa, chimiche in questo caso, che la Nato asserisce, sarebbero disponibili in ingenti quantità nell’arsenale siriano e pronte all’uso contro i ribelli, ed è già iniziata la campagna mediatica, la stessa che per mesi ci ha dipinto il governo di Assad come una feroce dittatura, la Siria come uno Stato canaglia, tesa a pubblicizzare e dare a bere agli ignari lettori la storiella dei cattivi siriani che vorrebbero usare i gas contro i buoni insorti.

Sui siti specializzati Usa ecco apparire foto e dati sulla presenza di armi chimiche;  su GlobaSecuity.org, noto sito d’informazione militare e sicurezza appaiono anche le foto scattate dai satelliti che mostrerebbero sedicenti depositi di stoccaggio degli aggressivi chimici in Siria (nella prima foto in alto lo stabilimento (?) di produzione di Al-Safir) e si cita un rapporto della CIA, la fonte è certamente degna di nota per la sua attendibilità…, nel quale s’indica che già nel 2001 lo spionaggio statunitense aveva riferito che:

“La Siria ha una riserva del gas nervino sarin, e sembra che stia cercando di sviluppare agenti nervini più tossici e persistenti. La Siria continua a dipendere da fonti estere per gli elementi chiave del suo programma per le armi chimiche. E’ molto probabile che la Siria è anche in grado di sviluppare una capacità offensiva chimica sul campo di battaglia”.

Sempre GlobaSecurity menziona l’ex Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld che nel 2003 dichiarava di avere le prove di test compiuti da Damasco con armi chimiche, il tutto rilevato dai satelliti spia militari che nelle immagini trasmesse avevano evidenziato una colorazione diversa nelle zone d’impatto delle armi, in quel caso bombe a caduta libera lanciate da cacciabombardieri Mig 23.

Che poi siano gli Sati Uniti a fare la morale ai siriani in fatto di armi chimiche fa semplicemente sorridere, loro che le hanno ampiamente usate in Vietnam con l’agente arancione e in Iraq con il fosforo bianco sui civili.

E’ invece chiara da tempo la volontà di spazzare via la Siria come Stato sovrano.

Gli israeliani, che certamente in fatto di armi di distruzione di massa se ne intendono, potendo vantare un arsenale di circa 200 testate nucleari mai dichiarate ufficialmente, da parte loro mantengono per ora un basso profilo. Sul loro sito specializzato Debka ci si interroga del perché il governo si sia limitato alla dichiarazione di Netanyau: 
“Stiamo controllando le armi chimiche siriane con preoccupazione”.

La posizione attendista del governo sionista è forse dettata dalla volontà di non apparire ancora una volta come quello che sobilla l’intervento militare; le stragi di Gaza sono ancora troppo fresche e un po’ di buone maniere non guastano ogni tanto anche per i guerrafondai sionisti, meglio lasciare agli Stati Uniti il compito di scatenare l’offensiva se ci sarà, per poi accodarsi. 

Per il momento consiglieri israeliani sono già sul campo per dare man forte alle bande dei terroristi ribelli e la questione delle armi chimiche è solo un cavillo in più per giustificare un‘azione militare  contro Damasco.

In queste ore però un fatto nuovo si è inserito nella disputa, che potrebbe preludere a uno scenario di guerra ben più vero di quello prefigurato fino ad oggi.  Sta girando su youtube un video che parrebbe attendibile (come riporta landdestroyer.blogspot) nel quale si vedono i ribelli anti-siriani manipolare sostanze chimiche e sperimentarle su cavie con il fine di usarle contro la popolazione civile.  Il video mostra dei contenitori della società chimica turca Tekkim, con una persona che mescola delle sostanze in un laboratorio testandole poi su dei conigli.

Cosa di meglio per la coalizione Nato di un attentato contro dei civili con sostanze chimiche, come ad esempio del gas nervino, per poi addossarne la colpa ai soldati governativi?  Possiamo immaginare i titoli di prima pagina della stampa embedded che ricorderebbero tanto le fasulle notizie sulle armi di distruzione di massa di Saddam, le stragi compiute da Gheddafi e dai serbi e l’Afghanistan dei cattivi talebani, con cui sono stati fatti passare per giusti gli innumerevoli interventi “umanitari” delle potenze democratiche in questi anni.

Intanto anche i reparti speciali di Parigi sono stati allertati per un possibile attacco. Il coinvolgimento riguarderebbe truppe d’elite già presenti in Giordania, che si unirebbero ai soldati britannici e turchi.  

Il governo di Parigi ricalca la linea di Washington in tutto e per tutto: sono lontani i tempi di De Gaulle che voleva una Francia autonoma rispetto alla Nato, grande sostenitore della Force de Frappe nucleare. 

Non va dimenticato inoltre che Parigi si era a suo tempo dissociata dall’attacco contro l’Iraq nel 2004, poi con Sarkozy un cambio di linea radicale con l’abbraccio filo atlantico, mentre una nuova guerra neocolonialista è ora alle porte dalle conseguenza incalcolabili anche per la stessa Europa.



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