Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

lunedì 31 dicembre 2012

Crimini di ordinaria occupazione

Dicembre 2012, in Palestina.

In un giorno qualunque dell’occupazione militare sionista.

Mohamed, 17 anni compiuti da poco, viene ucciso da un colpo di fucile mentre si trovava vicino alla moschea di Abramo, a Hebron, 
in piena area H2.  

Dal 1994 Hebron è divisa in due:  
l’area denominata H1 è controllata dai palestinesi;  
l’area H2 dagli invasori sionisti. 

Un’occupazione nell’occupazione, dunque.

Ad assassinare Mohamed è stata una soldatessa dell’Esercito “più umano del mondo”, l’esercito sionista, specializzato nell’eliminazione fisica di donne e bambini.  Una 'donna', quindi:  una di quelle 'donne moderne' ed emancipate tanto amate, esaltate ed invidiate dalle femministe, quelle (sedicenti) “di Sinistra” comprese.

L’assassinio (l’ennesimo) di Mohamed provoca rivolte fra la popolazione di Hebron. 

Per sedarle, l’entità sionista proclama lo “stato di emergenza”.

Ma non solo.  Il fratello ed il cugino di Mohamed vengono arrestati. Il fratello è un ex-prigioniero rilasciato lo scorso anno nell’ambito dell’accordo fra Hamas e l’entità sionista per la liberazione del soldato Gilat Shalit.

Una sorte simile tocca al padre di Mohamed. Accorso sul luogo dell’assassinio del figlio per portarne via il corpo, è stato allontanato con la forza (l’unico argomento che conosce la valorosa e democratica soldataglia sionista) dai militari, che non esitano a colpirlo ad una gamba con un proiettile di gomma.

Tu che leggi, tu che cosa diresti? 

Soprattutto:  che cosa faresti, se anche uno soltanto dei crimini di cui sei venuto a conoscenza leggendo fin qui fosse avvenuto o avvenisse 
ogni giorno nella tua città, nella tua famiglia, sotto casa tua?

Tu che non hai mai fatto niente e che probabilmente, nonostante tutto quello che ti succede attorno, vicino o lontano dal tuo paese, 
continuerai a non fare niente, a parte lavorare come una bestia e votare ogni tanto come un somaro, tu, cosa faresti? 

Faresti finta di niente?



L.A. Pubblicato il 31-12-2012 

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