Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

lunedì 17 dicembre 2012

Presidente della Bolivia all’ONU:

Il 21 dicembre 2012 sarà la fine di una civiltà e l’inizio di un’altra che implica transizione spirituale verso una nuova coscienza cosmica

Il Presidente della Bolivia, Evo Morales ha parlato davanti alle ...
Nazioni Unite riguardo il 21 Dicembre 2012.  
 
Ecco il suo discorso: 
 
“Vorrei dire che, secondo il Calendario Maya il 21 dicembre segna la fine del non-tempo e l’inizio del tempo.  È la fine del Macha e l’inizio del Pacha.   E’ la fine di egoismo e l’inizio della fratellanza.  E’ la fine dell’individualismo e l’inizio del collettivismo … il 21 dicembre di quest’anno.  Gli scienziati sanno molto bene che questo segna la fine di una vita antropocentrica e l’inizio di una vita biocentrica.  E’ la fine dell’ odio e l’inizio dell’amore.  La fine della menzogna e l’inizio della verità. E’ la fine della tristezza e l’inizio di gioia.  È la fine della divisione e l’inizio dell’unità. ”

E poi anche il Ministro degli Esteri Boliviano aggiunge:
“Secondo il calendario Maya il 21 dicembre 2012 sarà la fine di una civiltà e l’inizio di un’altra che implica transizione spirituale verso una nuova coscienza cosmica.”

Il Discorso all’ONU per il bene di Madre Terra

Questo discorso dal presidente Boliviano non è una sorpresa per quelli che conoscono impegno della Bolivia nei miglioramenti di vita sul Pianeta.  

Lo scorso 15 ottobre la Bolivia di Evo Morales ha promulgato una legge fondamentale, la “Legge quadro della Madre Terra e dello sviluppo integrale per il vivir bien” che fornisce il quadro legislativo di riferimento da cui deriveranno tutte le leggi che in qualche modo riguardano l’argomento.  La si può definire come una delle leggi ambientali più avanzate e radicali del mondo, poiché introduce una visione del mondo e della natura piuttosto diversa da quella a cui siamo abituati e indica come deve essere perseguito lo sviluppo integrale al fine di vivere in armonia con la natura. 
 
La Bolivia ha dimostrato una notevole lungimiranza e un grande coraggio adottando la Legge quadro, scritta con il contributo delle associazioni di base e indigene, con cui sfida un sistema dominante che ancora oggi concepisce la natura, l’ambiente e le persone come risorse da sfruttare e da piegare agli interessi economici.

Infatti questa legge, che segue la Legge dei Diritti della Madre Terra del 2010, sposta la visione del mondo da una concezione antropocentrica ad una olistica, che attribuisce alla Natura e agli esseri umani pari diritti: 
la natura diventa un soggetto giuridico in sé, introducendo un cambiamento notevole, perché sino ad ora gli unici soggetti giuridici presi in considerazione erano le persone fisiche, quelle giuridiche e lo Stato. 
 
A quest’ultimo viene affidato il compito di proteggere i diritti della Madre Terra.

La legge riprende i 14 principi già indicati nelle Legge dei Diritti della Madre Terra, tra cui la giustizia climatica, il rifiuto della mercificazione delle funzioni ambientali, la garanzia di rigenerazione e risanamento della natura, la solidarietà tra gli esseri umani, e ne definisce i concetti fondamentali.  Successivamente la legge stabilisce 10 obiettivi fondamentali, tra cui la questione della sovranità alimentare, la definizione di processi di produzione che non siano contaminanti e che rispettino la capacità di rigenerazione della Madre Terra, la democratizzazione dell’accesso alle risorse e ai mezzi di produzione, e indica come perseguirli.

Concetti fondamentali di questa legge sono quelli dei beni e degli interessi comuni.  Si promuove l’utilizzo di strumenti di democrazia partecipativa e vengono creati strumenti ad hoc come il “Consiglio Plurinazionale per il Vivir bien in armonia e in equilibrio con la Madre Terra”, che dovrà elaborare le politiche ed i programmi di attuazione di questa Legge Quadro, nonché un fondo per il finanziamento e l’amministrazione per l’adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici. 

Siamo di fronte ad un avanzamento di grande portata per quanto riguarda la realizzazione della giustizia ambientale.  L’applicazione pratica di questa legge, in tutti i significati più concreti e non nelle grandi dichiarazioni di principio, rimane piuttosto complessa, ma guardiamo con grande speranza e rispetto alla Bolivia come un importantissimo precedente. 

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