Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

domenica 14 ottobre 2012

Fracking e shale gas: spie e tecniche militari contro voci contrarie

A quanto pare l’industria petrolifera gioca sporco per ottenere il consenso sul fracking del gas di scisto.  E non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa.  La notizia proviene da DeSmogBlog, un blog che si occupa di ripulire l’informazione sul cambiamento climatico dall’influenza dei lobbisti e dei PR, e descrive il comportamento delle compagnie petrolifere in America e Polonia.

Negli Stati Uniti, circa un anno fa a Houston, l’industria dello shale gas è stata scoperta con le mani nel sacco proprio mentre discuteva dell’utilizzo di tattiche militari per dividere e confondere le comunità locali che si oppongono al fracking e all’estrazione del gas di scisto. Matt Pitzella, PR di Range Resources, in una conversazione tra amici e colleghi ha detto che la sua compagnia utilizza tattiche di warfare psicologico (PSYOP) sui cittadini dell’area del bacino di Marcellus Shale, uno dei maggiori giacimenti di shale gas al mondo.

Matt Carmichael, External Affairs Manager di Anadarko Petroleum Corporation, ha invece parlato apertamente di “rivolta” (ha usato il termine “insurgency“, per la precisione) riferendosi ai cittadini preoccupati per l’impatto ambientale dello shale gas.  Carmichel, parlando ai suoi PR, ha suggerito di usare le tecniche dettate dal manuale ufficiale dell’esercito USA contro i dissidenti e di leggere anche un libro dell’ex segretario della Difesa Donald Rumsfield.

Tutto questo succedeva un anno fa e nei soli Stati Uniti. Ora, invece, la battaglia contro i no-fracking si è spostata in Europa dove la ONG Food & Water Europe, con un comunicato ufficiale del 9 ottobre, ha accusato il Governo Polacco di essere a conoscenza e di approvare le attività di spionaggio fatte dalle compagnie petrolifere nei confronti degli attivisti contrari alle estrazioni di gas di scisto.

Pochi giorni prima, il 4 ottobre, era stata la Gazeta Prawna a dare la notizia: una compagnia aveva inviato spie nelle comunità locali contrarie al fracking.  Il giornale polacco può dirlo con certezza perché è in possesso di un documento del Governo in cui si legge:
Il ministro degli Affari esteri ha ricevuto da una compagnia energetica, impegnata nell’esplorazione dello shale gas, una copia della registrazione di una discussione tra associazioni anti-shale [...] il contenuto di queste informazioni indica una significativa radicalizzazione delle posizioni delle ONG in merito allo shale gas.
La notizia è confermata persino dall’ufficio stampa del ministro, che conferma che le autorità di pubblica sicurezza hanno effettivamente ricevuto tale documento a causa della sospetta intenzione dei gruppi anti-fracking di “violare la sicurezza e l’ordine pubblico”.

Se questo è il comportamento delle compagnie petrolifere e dei Governi negli Stati Uniti e in Polonia viene da chiedersi se anche in Italia non si debba iniziare a stare attenti a cosa si dice e a cosa si scrive.  Persino sui giornali e persino sui blog che si occupano di ambiente, energia, petrolio e fracking dello shale gas.  Come qui su Greenstyle.it


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