Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

mercoledì 10 ottobre 2012

Ogm: l'India denuncia la Monsanto per bioterrorismo

vandana shiva
L'attivista e ambientalista indiana Vandana Shiva

Un'intera nazione, l'India, denuncia la multinazionale Monsanto, produttrice mondiale di sementi transgeniche, di bioterrorismo. La multinazionale statunitense 'ruberebbe' piante locali per svilupparne versioni geneticamente modificate senza ricompensare le popolazioni o i Paesi da cui provengono le piante originali.

Già in passato l'attivista e ambientalista indiana Vandana Shiva ha reso note le responsabilità della Monsanto e della Cargill in centinaia di suicidi tra contadini, spinti a questo gesto perché soffocati dalle pressioni per corporativizzare i metodi di coltivazione tradizionale, sistema noto come “Green Revolution”. Pur di non lasciare il proprio terreno alle banche, molti agricoltori si sono uccisi bevendo i pesticidi delle multinazionali.

Secondo un rapporto del Center for Human Rights and Global Justice (CHRGJ) ogni 30 minuti un contadino indiano si toglie la vita. Dal 1995 sono 250.000 i lavoratori della terra che si sono suicidati. Il rapporto si sofferma in particolare sulla crisi del settore cotoniero. L’industria è progressivamente finita nelle mani di multinazionali straniere che hanno promosso l’utilizzo del cotone transgenico Bt, perché più produttivo e resistente a malattie.

Il problema è che questa specie di cotone 'miracoloso' necessita dell’abbondanza di due risorse che sono già scarse per i piccoli produttori: soldi e acqua. Gli agricoltori si sono indebitati per acquistare i semi del cotone Bt, ma quando il raccolto non ha dato i risultati sperati perché l’acqua era insufficiente, il contadino si è ritrovato con una montagna di debiti.

Si tratta di un disastro umanitario che ha grosse conseguenze sulla società agricola indiana.

Vandana Shiva ha anche rivelato i tentativi della Monsanto di brevettare, con diritti esclusivi, materiale genetico di piante tradizionali indiane, come quello del riso Basmati, fingendo di averlo 'scoperto' per prima. 
L'attivista indiana intervenuta nei giorni scorsi al Festivalfilosofia a Modena dedicato al tema Natura ha riportato ciò che è accaduto in India con i semi Ogm del cotone diventati monopolio della multinazionale Monsanto come esempio per far capire quale potrebbe essere il futuro, se non si interviene, se non si lotta, come fa lei da anni con la sua Research Fondation for Science, Technology and Ecology, per un domani ecosostenibile e di libertà. 
Il suo allarme sul non brevettare la vita, la natura, ha chiuso il Festivalfilosofia.

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