Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

mercoledì 17 ottobre 2012

Shale gas, la Polonia investe 12,5 miliardi nel fracking

Il ministro delle Finanze polacco, Mikolaj Budzanowski, ha annunciato un enorme piano di investimenti per favorire lo sviluppo dei giacimenti di gas di scisto in Polonia:  12,5 miliardi di euro da oggi al 2020, dei quali 1,2 miliardi nei prossimi due anni.  A luglio Budzanowski aveva stretto accordi per 409 milioni di euro con cinque società estrattive polacche. La fretta della Polonia dipende dal fatto che il paese è praticamente privo di gas convenzionale e da sempre lo importa dalla Russia.  Ai tempi dell’Unione Sovietica non era un problema, oggi lo è visti i pessimi rapporti tra polacchi e russi.  Gli attuali contratti di fornitura di gas russo alla Polonia scadono nel 2022 e la speranza del Governo è quella di vivere un boom del gas come quello americano e diventare energeticamente indipendenti.

Secondo le stime, sotto i piedi dei 38 milioni di polacchi ci sono 1.929 miliardi di metri cubi di gas non convenzionale (a fronte dei 14 miliardi di metri cubi di gas attualmente consumati ogni anno), ma per tirarli fuori bisogna dare via libera (e un bel po’ di soldi) all’industria del fracking.

Il ministro Polacco, a dirla tutta, sta giocando d’anticipo visto che non è ancora in vigore un regolamento europeo sulle estrazioni di shale gas e sul fracking.  Tale regolamento, direttiva o emendamento a regolamenti già esistenti, dovrebbe arrivare nel 2013.

Nel frattempo, però, l’argomento shale gas è già caldissimo in Polonia.

Di pochi giorni fa, infatti, lo scoop del giornale Gazeta Prawna che ha scoperto un fatto inquietante:  le società petrolifere attive nel fracking spiano i cittadini, i comitati e le ONG contrarie alla fratturazione idraulica degli scisti.  E il Governo polacco lo sa ed è favorevole, poiché ritiene che chi non è d’accordo con le estrazioni dello shale gas sia un pericolo per la sicurezza pubblica. 

A questo punto una domanda diventa legittima: 

quanti di quei 12,5 miliardi di euro verranno usati per continuare a spiare i cittadini con i soldi pubblici?

Fonte: Energy Daily

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