Comunicato di pubblica resistenza al DDL intercettazioni

Gentile Onorevole Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, in questi giorni, in queste ore, il Parlamento della Repubblica Italiana è impegnato in una corsa contro il tempo per una più che rapida approvazione del disegno di legge firmato dall'Onorevole Ministro della Giustizia Angelino Alfano e noto come "ddl intercettazioni".

Il provvedimento rappresenta una delle più drastiche limitazioni al potere d'indagine che compete ai magistrati inquirenti del nostro paese e, al contempo, la più dura, feroce e devastante limitazione al diritto costituzionale di informazione; il diritto di farla e il diritto di riceverla.

Il progetto di legge, per mezzo dei suoi punti fondanti, impedisce il racconto giornalistico su fatti giudiziari di pubblico dominio e privi di segreto, stabilisce pene detentive e pecuniarie pesantissime verso chiunque osi divulgare verità giudiziarie, introduce nuovi obblighi di rettifica per i blog minandone la sopravvivenza, trasforma in crimine il diritto dei cittadini vittime di crimini di raccogliere prove audio e video a dimostrazione del reato e stabilisce odiose discriminazioni tra forme di giornalismo, all'interno di una drammatica limitazione del diritto ad effettuare inchieste giornalistiche.

Il diritto all'informazione nelle sue forme più elementari, il principio di legalità e la ricerca della giustizia vengono totalmente smantellati da tale provvedimento.

Pertanto questo sito internet dichiara sin da adesso che, per imprescindibili motivi etici e in ragione della difesa del diritto alla libertà di parola e di stampa, solennemente sancito dalla Costituzione italiana e dalle leggi vigenti, in caso di approvazione in via definitiva e di conversione in legge, non potrà attenersi in alcun modo alle norme che compongono il disegno di legge sulle intercettazioni.

Questo sito si dichiara altresì .. per imprescindibili motivi sia etici che politici .. deberlusconizzato .. demontizzato .. degrillizzato

mercoledì 24 ottobre 2012

Oltre i "Saperi" della squola dell' obbligo ..

Verso il Sapere e la sua interAzione nel Sociale

 .. .. dalle scuole superiori .. dalle università .. .. 
laddove il Vero Sapere è sempre più Negato cosa

Approfondimenti .. Appuntamenti .. AutOrganizzazioni e Lotte
 Verso l'assemblea nazionale del 3-4 novembre a Roma

Venerdì 5 ottobre più di venticinque città d'Italia, si sono viste attraversate da più di 70.000 studenti e studentesse che hanno risposto alla chiamata nazionale del network StudAut, riunitosi a giugno al campeggio studentesco No Tav.  Una grande giornata di lotta che ha visto studenti e studentesse determinati e decisi a rispedire al mittente gli ennesimi provvedimenti d'austerità volti a salvare l'Italia e l'Europa degli speculatori e dei bancari.
E' stata solo una scintilla che si è trasformata in spinta propositiva per divenire megafono di tutte le lotte che dal basso nascono e si sviluppano nei territori.  La determinazione delle piazze e la radicalità delle pratiche messe in campo ha prodotto consenso sociale e possibilità ricompositive con il mondo della formazione nel suo totale e con il mondo del lavoro.

La piazza del 5 ottobre ci ha confermato che non si tratta più di una mera opposizione alla Riforma di turno, ma si tratta di piazze arricchite e cresciute in questi ultimi anni e divenute sempre più espressione di un disagio diffuso e radicato.  Un disagio reale che si articola in modo crescente in forme di organizzazione e conflitto. Un disagio che attraversa l'Europa dalle piazze insorgenti greche a quelle indignate spagnole e che nell'autorganizzazione trovano sponda per creare alternativa.

In questo scenario di sperimentazione di lotte e in continuo mutamento riteniamo necessario dare continuità alla discussione iniziata durante il campeggio studentesco in Val di Susa per proseguire insieme a tessere quella rete che supporti le lotte studentesche nelle scuole su scala nazionale, in grado di connettere e convogliare la conflittualità emersa in questo periodo verso un novembre ribelle.

Per questo proponiamo una due giorni di incontro il 3 e 4 novembre a Roma, aperto a tutti e tutte i ribelli e le ribelli che il 5 ottobre sono scesi in piazza e accogliente per tutte le realtà che in quella giornata si rispecchiano nei contenuti, per progettare e organizzare collettivamente questo nuovo periodo di lotta.

Network StudAut
Cronaca di una giornata di lotta a 'la Sapienza'
 
Questa mattina verso le 11.00, abbiamo iniziato con l'occupazione degli uffici amministrativi della Laziodisu, l'ente che dovrebbe garantire il diritto allo studio per gli universitari, dove siamo andati a chiedere conto dei ritardi sulla seconda rata delle borse di studio, sugli aumenti delle rette per gli alloggi nelle residenze universitarie, sulla singolare scelta di chiudere residenze limitrofe all'università per trasferire gli studenti in quartieri bordo raccordo.  In risposta, dopo assicurazioni in merito all'erogazione della seconda rata entro due giorni per tutti gli studenti, abbiamo dovuto ascoltare la solita cantilena sulla crisi e sulla mancanza di fondi, sulle responsabilità che sono sempre di altri e sui sacrifici che dobbiamo fare tutti. Singolare per un ente che dipende dalla Regione Lazio, ente che da dieci anni non riesce a chiudere una legislatura senza scandali sull'utilizzo dei soldi pubblici a favore dei vizi dei politici. Marrazzo prima e Fiorito poi ci sono sembrati poco austeri.  La meritocrazia ai tempi di parentopoli più che uno strumento di valorizzazione delle capacità dei singoli sembra un percorso di espiazione, dove gli  "idonei" sono costretti a una via crucis lunga mesi tra uno sportello e l'altro, tra lunghe file e complicati moduli per ottenere l'elemosina di poche borse di studio e posti letto sempre più lontani dalla sede universitaria (strano che gli strenui difensori della legalità che amministrano l'ente non si ricordino che non potrebbero destinare a residenze universitarie edifici lontani più di 5 km dalle facoltà).

Ieri dicevamo "meritiamo tutti alloggi e reddito"
oggi dobbiamo correggerci: "Meritare" non serve più a nulla.
Bisogna conquistarsi tutto, comunque!

Se il diritto allo studio è un miraggio per gli studenti, per l'ateneo e la Laziodisu è, invece, una proficua occasione di profitto.  Scopriamo infatti che, mentre l'ente regionale decide di affittare intere residenze a 400€ a stanza, la Sapienza ha stipulato una convenzione con alcuni palazzinari romani grazie alla quale spaccia per "servizio alloggi" stanze affittate a 500€! 

Comune e regione avevano avuto già la loro parte piazzando gli studentati nei devastanti progetti di speculazione edilizia portati avanti nelle periferie romane, così da dargli un verniciata di "utilità sociale" (vedi Ponte di Nona e Valle Aurelia).  Usciti dagli uffici di via De Lollis abbiamo deciso di far visita al nostro Rettore per chiedergli conto della gestione grottesca del più grande ateneo europeo.  Tra uno scandalo e l'altro, tra un figlio assunto e  un dottorato a un amico, il Rettore ha trovato anche il tempo di esternalizzare gran parte dei servizi dell'ateneo (dalle pulizie alla riscossione delle tasse) aumentandone il costo, diminuendone l'efficienza e peggiorando le condizioni di lavoro.  Ma la finanza creativa del Magnifico non si può certo restringere ai "4 spicci" dei servizi:  a Roma, si sa, il vero business è il mattone, e Frati, che di soldi ne capisce, da qualche anno gioca a monopoli:  compra palazzi, acquista aree, fa sgomberare case, trasferisce dipartimenti, tira su tensostrutture al centro del pratone per un totale che supera i 100.000.000 di euro (nostri) spesi.  Le aule però, come per magia, sono meno di prima.  Non si dica però che il Rettore non è attento ai suoi studenti!  Ai Suoi è molto attento tanto che gli sta regalando il C.U.S., sono gli altri 200.000 che non sopporta proprio fino a non volerli mai incontrare (un pò come i pazienti di oncologia del policlinico), tanto che quando li incontra prova a investirli… ma la cosa che più di ogni altro lo manda in bestia è quando questi decidono di organizzare iniziative dentro la città universitaria senza uno sponsor, senza una multinazionale che dà la stecca al suo ufficio, senza neanche aspettare i 2 mesi previsti dal regolamento che egli stesso provvede a cambiare ogni settimana … è questione di rispetto!

Oggi gli abbiamo occupato gli uffici per un paio d'ore per fargli capire che l'abbuffata è finita, ora è meglio che se ne vada senza alzare troppo la voce ché i suoi modi da "boro al bar" rischiano di costargli la condizionale. 

Noi venerdì facciamo festa, alla faccia Sua!

Sia chiaro a tutti però che non vogliamo cacciare Frati per avere un barone più sobrio, che ci rubi i soldi con cortesia e ci dia del Lei mentre ci fa caricare dalla polizia, dopo Frati nessun commissario che venga a raccontarci la favola del "There Is Not Alternative", ci dispiace per la Fornero ma ci "accontenteremo" solo quando ve ne sarete andati.

 Tutti.

Adesso ci riprendiamo tutto, non vi mettete sulla nostra strada ...
La brace arde sotto la cenere. Oggi abbiamo iniziato a soffiare.

Ci vediamo nelle strade, a Novembre!
Degage_Roma

Ascolta il resoconto della giornata con Pietro, studente universitario di Roma (diretta realizzata durante Parole Ribelli, in onda tutti i martedì all'interno della mattinata informativa di Radio Blackout):
Ormai da molti anni come Collettivo Universitario Autonomo diamo vita a questo esperimento di rottura con la socialità, i saperi e gli spazi dell’università che abbiamo davanti, per immaginarne una diversa, una viva, una continuamente in movimento, sempre in lotta.  Metropolis, un filo rosso tra metropoli e università.  Metropolis ha spesso cambiato forma nel passare del tempo e si è adattata alle fasi di lotta che il movimento studentesco universitario attraversava.  Oggi parlare di uno strumento come Metropolis vuol dire guardarlo nel totale delle sue potenzialità, non soffermandosi esclusivamente ai suoi aspetti più ludici e aggregativi ma valutandone la forte politicità.  In questo senso Metropolis non è solo concerti e dibattiti all’interno dell’università, ma bensì pratica potenziale di incompatibilità con quelle che sono le strutture universitarie e le loro strategie nel campo della formazione.  Il movimento No Gelmini in sostanza ci ha insegnato che parlare di riforma dell’università significa anche parlare di crisi, di ristrutturazione delle forme e delle strutture universitarie dentro la crisi, significa parlare di precarietà, di individualizzazione.  Ma ci ha insegnato altrettanto con i suoi limiti, dimostrandoci che dove una lotta si classifica esclusivamente in una dinamica di resistenza e di difesa del pubblico, non in una di attacco è destinata facilmente a perdere.  Da questi limiti tocca oggi ripartire, ben consapevoli che non ci sono più riforme da sconfiggere, ma altrettanto consapevoli che lo spazio dell’università, e della crisi che si riversa sull’università e sui suoi studenti non è affatto chiuso.  L’insoddisfazione che serpeggia tra chi questa università la vive è chiara e evidente, un sapere dequalificato, una didattica lacunosa e antica, un’esamificio dove conta solo il voto che in cinque minuti di interrogatorio il professore di turno segna sul libretto, un posto dove è sempre più difficile tessere relazioni sociali, immaginare anche solo per onestà intellettuale forme di dibattito tra studenti e insegnanti.  Niente di tutto questo è possibile.  Senza dimenticare poi l’aumento di tasse, la distruzione del sistema di welfare che regge la possibilità di istruzione di molti studenti con i tagli spropositati a borse di studio e servizi.  In questo senso oggi non basta difendere l’università, ma è necessario ribaltarla, far saltare il tavolo, immaginare esperienze di incompatibilità, di contro-università in grado di sviluppare rapporti di forza che permettano realmente di cambiarla dal basso, di trasformarla come noi studenti, collettivamente vorremmo che fosse.  Metropolis si inserisce in questo solco, certamente non è che un tentativo, uno scorcio sul possibile, ma guardare al di là può già voler dire iniziare a costruirlo insieme.  Non c’è nessuna velleità di sostituirsi a questa università in questo percorso, ma piuttosto la voglia di rovesciarla, dentro e contro la crisi.  Per questo Metropolis parla anche di reddito quando propone pranzi popolari, ma parla soprattutto di socialità alternativa, di riconquista e trasformazione degli spazi universitari quando propone concerti e aperitivi musicali, parla di contro-cultura quando viene attraversata da dibattiti e saperi. Metropolis è anche quel territorio dove immaginiamo alcuni fili di connessione tra la metropoli torinese e le sue contraddizioni e l’università, non dimenticandoci quanto questa faccia totalmente parte dei meccanismi e dei dispositivi che comandano la città.  Metropolis è molte cose, e da quest’anno diventerà un percorso, non più un evento singolo all’inizio dell’anno universitario, ma una proposta in movimento, per il movimento.

Metropolis, all’assalto dell’università!
 Collettivo Universitario Autonomo - Torino - cuatorino.org

Il programma della due giorni a Palazzo Nuovo:
- martedì 23 ottobre
ore 13 pranzo popolare
ore 16 presentazione Rise up 2.0, fanzine autonoma
ore 19 Zerocalcare presenta il suo nuovo libro: 'Un polpo alla gola'
ore 20 apericena musicale con djset
ore 22 live show del Signor K da Bergamo
- mercoledì 24 ottobre
ore 13 pranzo popolare
ore 15 mostre autoprodotte
ore 17:30 incontro con Guido Viale (workshop su crisi, reddito, lavoro, ambiente e nocività)
ore 22 djset by dj Grissino, Vinilla project, dj Koma
 Evento Facebook
 Centinaia di precari e docenti riuniti sotto il nome di ‘Insegnanti arrabbiati’ si sono dati appuntamento oggi pomeriggio a Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche di Torino, per fare il punto della situazione e decidere assieme le prossime mobilitazioni contro il decreto Profumo. 
L'assemblea era stata lanciata nel pomeriggio di venerdì scorso, quando gli 'insegnanti arrabbiati' avevano dato vita ad un primo momento di protesta con un presidio sotto la sede torinese dell'USR.  Già sul finire dell’estate la notizia del maxi-concorso per insegnanti promosso da Profumo aveva scatenato le ire di docenti e precari, che si opponevano all’ennesimo e costosissimo concorso per migliaia di docenti che da anni vengono tenuti in una condizione di assoluta precarietà tra liste di attesa e graduatorie infinite e che da quest’ultimo provvedimento avrebbero avuto solo ulteriore conferma di un nuovo anno scolastico fatto di incertezze.  E nei giorni scorsi il ministro è tornato alla carica con la proposta di innalzare il numero di ore di insegnamento a carico di ciascun docente (ovviamente senza alcun aumento di stipendio!);  un decreto a cui gli insegnanti hanno risposto con diversi appelli alla mobilitazione.  Nella partecipata assemblea torinese di oggi, a cui erano presenti anche alcuni studenti e studentesse delle scuole superiori e dell’Università, sono emerse le problematiche di un sistema dell’istruzione vessato dai tagli e a tutti gli effetti ormai post-gelminiano ed è stata ribadita la necessità di portare avanti una battaglia del mondo della formazione unitaria. 

Sul finire dell’assemblea 200 persone hanno poi deciso di uscire in corteo della facoltà e si sono dirette al vicino ponte della Gran Madre, dove hanno bloccato il traffico per diversi minuti e spiegato le ragioni della protesta.

Il blocco si è concluso rilanciando sull’appuntamento di sabato per la ‘correzione dei compiti in piazza’, un’iniziativa già sperimentata due giorni fa da alcuni docenti a Roma, sotto la Camera.

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